Alt qualcosa non va!
E’ come se il mondo avesse perso di vista il vero scopo dell’arte: ispirare, emozionare, provocare pensieri, provocare imbarazzi, provocare passione, provocare punto! Invece, ci troviamo sommersi da una marea di opere vuote create per soddisfare il desiderio insaziabile di un profitto. Costruite sul gusto opinabile della massa, gusto spesso catalogato per mezzo dei social media.
Critiche tra fantasia e giusti meriti.
Non so se dipende dal mio segno zodiacale, dal mio carattere o dal fatto che le stupidaggini che sento mi fanno venire la gastrite. Ma quando mi trovo dinnanzi a qualcuno che cerca di vendermi acqua calda per champagne non riesco a tacere. Mi reputo una persona corretta e non giro mai la testa fingendo di non vedere qualcosa non va. Non regalo mai critiche favorevoli a nessuno se non se lo merita.
Tuttavia, pur cercando di evitare personaggi scomodi e situazioni poco stimolanti. Mi trovo spesso a confrontarmi con una realtà distorta. Dove opere mediocri (sia fotografiche che artistiche) mi vengono proposte con affermazioni volutamente forzate e costruite a tavolino.
Investire “sull’Art Signatures” un bluff di vecchia data.
Non di rado mi trovo difronte ad opere che vengono valutate non per la loro qualità intrinseca di chi le ha realizzate. Ma per il loro potenziale commerciale o per l’aura che circonda l’artista.
Un esempio lampante di questa tendenza è il fenomeno delle ” Art Signatures “, fotografie o opere d’arte mediocri che vengono elevate al rango di capolavori. Ciò accade quando si tratta di opere realizzate da personaggi pseudo-famosi o famosi ma in declino con la carriera. Dove la firma e il nome dell’autore stesso sembrano conferire valore all’opera stessa. Questo turpe modo di liquidare l’arte crea nel pubblico confusione. Al punto che, l’avventore di turno si convince che quelle croste siano realmente arte su cui investire il proprio tempo e denaro.
Mostre, vernissage e divulgazione.
Vi porto un esempio, prima del periodo natalizio sono stato all’inaugurazione di una mostra in prov. di Treviso. Tra le diverse fotografie gradevoli mi sono trovato di fronte a una fotografia fuori fuoco. Con un soggetto antropico poco interessante e con una composizione molto disordinata. Tuttavia, chi ha recensito quella foto come le altre, anziché riconoscere i difetti ne ha esaltato; la “genialità” della sfocatura nell’evocare un senso di mistero, la “sottile complessità” della composizione volutamente disordinata e “la geniale ricerca dell’autore” sul mettere in risalto soggetti poco interessanti”. Piccola parentesi, ok fantasticare e alterare un po’ la realtà, ma menare per i fondelli me i presenti e chiunque si andato successivamente alla mostra, anche no! Fate attenzione perché critiche simili non solo ignorano la realtà ma la falsificano, alimentando così un ciclo di speculazione e di falsa valorizzazione.
L’Interesse Speculativo sull’Arte.
L’interesse speculativo che molti hanno nell’arte come nella fotografia. Non solo distorce il valore intrinseco delle opere e quello artistico dei suoi autori, ma danneggia anche il tessuto stesso della critica e del giudizio artistico. Sul quale le persone si basano per una corretta valutazione.
Dobbiamo guardare oltre le etichette che ci vengono imposte, oltre i nomi legati all’opera presentata e concentrarci invece sulla qualità e sull’autenticità delle opere stesse. Solo così possiamo preservare la vera essenza dell’arte e della fotografia, al di là delle facili speculazioni e delle lodi forzate.
Tenete ben presente che, se qualcosa non vi piace non dovete farvelo piacere solo perché qualcuno sta spiegato il perché deve piacervi. Il vostro gusto si deve formare con il tempo e non deve essere soggetto a imposizioni da fonti esterne.
