Cos’è e come usare il Focus Stacking
Nel contesto del web esistono numerosi articoli che trattano in modo esauriente il tema del Focus Stacking, per cui ho scelto di redigere questo breve scritto con l’obiettivo di fornire una guida personale per migliorare le proprie capacità attraverso l’approfondimento delle informazioni già disponibili in rete. Inizieremo quindi con una sintesi del concetto di Focus Stacking e delle aspettative che questa tecnica può suscitare, in alcuni casi rappresentando un’esperienza stimolante e intrigante
Il focus stacking è una tecnica di ripresa che consiste nella realizzazione di una serie di scatti della stessa inquadratura, dove il piano di messa a fuoco è differente su ognuno di essi, al fine di ottenere un’immagine finale con una profondità di campo maggiore di quella che si potrebbe avere con un solo scatto. Questa tecnica viene utilizzata principalmente in macrofotografia, dove la distanza ravvicinata del soggetto alla fotocamera/ottica riduce la profondità di campo a pochi millimetri o, in certi casi, a pochi decimi di millimetro.
Esistono due metodi principali per ottenere le sequenze di fotografie necessarie per il focus stacking: lo spostamento del piano di messa a fuoco mediante slitte micrometriche e la variazione della messa a fuoco interagendo direttamente sull’ottica. Nel primo caso, è necessario munirsi di una slitta micrometrica che permetta di variare il piano di messa a fuoco nella sequenza di scatti. Nel secondo caso, invece, si interviene direttamente sulla messa a fuoco ruotando l’anello dell’ottica, ma questo metodo viene sconsigliato in quanto rischia di spostare l’inquadratura della scena e compromettere la sequenza di scatti necessaria per il focus stacking.
Per realizzare il focus stacking, non sono necessarie attrezzature sofisticate: si può utilizzare un treppiede stabile, una slitta micrometrica di precisione, un’ottica macro e un software appositamente progettato per combinare le zone nitide di ogni scatto, come Adobe Photoshop, Helicon Focus o Zerene Stacker. La sequenza di fotografie ottenute mediante la variazione del piano di messa a fuoco viene poi impilata tramite il software, fondendo il tutto in un’unica immagine.
Il focus stacking permette di ottenere un’immagine finale con una profondità di campo maggiore, permettendo di ottenere dettagli nitidi anche in zone che altrimenti sarebbero sfocate. Questa tecnica è molto utilizzata in campo scientifico, ma è diventata sempre più popolare anche tra gli appassionati di fotografia naturalistica e di paesaggio. Con l’aiuto della didattica disponibile sul web, è possibile sviluppare e migliorare le proprie abilità nel focus stacking e ottenere risultati sempre più soddisfacenti
Sotto alcuni scatti realizzati proprio con questa tecnica del S.F. Saluti Mario Nicorelli