GIAN LUCA PARTENGO si racconta a Nikimage.com
GIAN LUCA PARTENGO si racconta a Nikimage.com

GIAN LUCA PARTENGO si racconta a Nikimage.com

 

Oggi vi presento Gian Luca e il suo “amore viscerale” per gli animali. Trovo fantastico il suo stile di ripresa, la sua post produzione ma soprattutto la dedizione che ha verso la fauna. Dalle sue immagini il soggetto ne esce vivo e vigoroso come se fosse qui presente davanti a noi.

Ciao Gian Luca, puoi presentarti per gli amici che ancora non ti conoscono?

Gian Luca Partengo Photography
Con piacere!! Mi chiamo Gian Luca, ho 46 anni e sono 24 ore che non fotografo … 🙂 Scherzo, ragazzi … difficile auto descriversi senza cadere nell’auto celebrazione narcisista e ridicola. In ogni caso, seriamente (ma non troppo) sono un vichingo brontolone che ha fatto della propria creatività una professione, prima, e una missione dopo. Già, perché, una Vita, seppur unica e meravigliosa non avrebbe senso senza uno scopo. Il mio? Lottare, proteggere gli animali utilizzando mezzi, conoscenze e sentimenti che ho acquisito nel tempo. La fotografia, il mio stile, i miei lavori, sono una summa di emozioni che cerco costantemente di comunicare. Non importa, quale sia il mezzo, non importa la tua attrezzatura e neanche il genere che hai scelto; quello che conta è l’amore che ci metti quando clicci su quel pulsante e la volontà che ti guida nel realizzare i tuoi lavori. Non propriamente “tradizionalista” assolutamente fuori dagli schemi, la mia fotografia è definita Arte (ringrazio chi ha commentato così). Deviato dalla mia lunga esperienza in campo professionale, uso molto la post-produzione perché, con essa, cerco di esaltare al massimo l’essenza dei miei soggetti. Ho iniziato in modo confuso, da amatore, con vari stili ma oggi il mio più grande lavoro, la mia via si chiama Animals In Black. Ho messo tutta la mia esperienza di professionista a disposizione di questi ritratti al fine di aiutare l’osservatore ad essere sopraffatto da brividi e sensazioni che, attraverso uno sguardo attento, devono trasmettere il messaggio dall’anima al cuore per comprendere, amare e rispettare ogni singolo essere vivente. Un mio famoso claim afferma – “Un giorno senza Fotografia è un giorno senza Emozioni!

Ti ricordi la prima foto che hai scattato?

Francamente, inizio a perdere un pochino i colpi 🙂 l’effetto “barlumi di memoria” è più che mai vivo nell mio cerebro; tuttavia, questa, è una di quelle poche cose che mi rammento. Per la verità due! Il primo, che ha segnato il mio incontro con la fotografia e il secondo, più importante, che ha iniziato la mia carriera professionale. Ad ogni modo, dicevo … un inizio … l’Inizio fu come avere un giocattolo nuovo. Come ho scritto precedentemente, arrivando da un mondo creativo, quasi in modo fisiologico mi affacciai alla fotografia. Forse l’esigenza di nuove prospettive, nuove sfide, forse una nuova Via. Bene, comprai la mia gloriosa Nikon D90 che, a tutt’oggi, è ancora ben presente nel mio GearBag. La chiamo “Il Ferro”, indistruttibile (quasi), unica, versatile, infallibile. Iniziai per gioco, per diletto in compagnia di alcuni amici. Volevamo rendere questa cosa un passatempo piacevole. Nacque 21Dieci Photopassion ma durò ben poco perché la mia passione non era sufficiente, dovevo, volevo diventasse molto di più. In ogni caso, una sera d’invero, con pinguini e orsi polari addosso, uscimmo la sera per recarci in centro e provare l’emozione di osservare da quel mirino, monumenti, luci e dinamiche notturne. Scattai la mia prima foto, una vista della Chiesa della Gran Madre a Torino. Guardai subito in camera per vedere il risultato; non contento (decisamente inesperto) iniziai a confrontarmi con gli amici e le mie dita, senza controllo, iniziarono a “gigionare” l’impossibile. Fino a che, soddisfatto (… di nuovo inesperto) mi godetti la foto appena realizzata. Ne seguirono altre e furono propedeutiche, più aventi, alla comprendere la mia via artistico-fotografica. Non era quella … Quello più importante, lo ricordo in modo limpido e lapalissiano; fu il mio primo scatto da professionista, fu l’antesignano di Animals In Black e della mia Vita. Lo descrissi così per una precedente intervista: “Sapevo che prima o poi mi avrebbe guardato, era solo questione di tempo. Infine, i suoi occhi bucarono l’obiettivo e io fui distratto nell’attesa e costretto ad agire. Pigiai con trepidazione e mi accorsi immediatamente che l’aspettativa era diventata infinitesimale, assente, nulla. Non mi accorsi dell’intercedere perentorio delle lancette del mio orologio, eppure entrambi vivemmo la speranza e fummo istante. Capii l’amore, capii la loro purezza, capii la nostra inadeguatezza, capii il senso della fotografia.”

Qual è, nel tuo genere, la sfida che ti si pone di fronte a ogni scatto?

Per chi ancora non mi conosce, quanto meno artisticamente, creo ritratti di animali. Questo stile, preclude conoscenze avanzate di post-produzione e tecniche fotografiche professionali. Tuttavia non è questo che mi spaventa ogni volta. La preparazione all’uscita fotografica, e non parlo solo di attrezzatura ma anche di abbigliamento, training mentale e beni di prima necessità, è ben chiara. So che andrò li, so cosa vorrò fotografare e in che modo. “Vorrò”, ho scritto … ecco questa è la paura. Il Voglio, nella fotografia naturalistica vale quanto un due di picche a briscola: niente! La fortuna di poter fotografare quelle meravigliose creature è anche arma a doppio taglio. Non sono in studio, non sono di fronte a un altro essere umano in grado di comprendere i miei “comandi”, ascoltare e, acconsentire. Non sono neppure di fronte a un edificio, quello è e li rimane. Gli animali, sono sfuggenti, diffidenti, pericolosi. Occorre grande rispetto, attenzione e pazienza ma, a volte … si torna a casa con le pive nel sacco ma felici nonostante tutto perché, vi posso garantire, che non esiste nulla di più bello al mondo che riuscire ad “afferrare” lo sguardo di un animale o semplicemente esser stato parte e partecipe di quel momento unico e magico che è vivere la Natura.

Parlaci delle difficoltà che hai incontrato lungo il tuo percorso fotografico

Symphalangus Syndactylus // Animals In Black
Difficoltà? Perdincibacco (dai non posso certo scrivere in volgare latino 🙂 ) … sempre, comunque e ovunque. Ogni passione che diventa un lavoro è passibile di fatica, sudore, delusioni e amarezze. Non ci sarebbe gioia immensa senza queste. La Vita stessa è un continuo salire impervie colline, continuamente ci sono porte che si frantumano sul muso, perennemente incontriamo dei “NO” taglienti come scure vichinga. Sta a noi … tutto e solo a noi! Amate la fotografia, amate il vostro lavoro … bene, il Valhalla può attendere; io devo ancora fotografare!

Cosa o chi ha influenzato le tue scelte nella fotografia?

Anche se molto spesso siamo disattenti, le innumerevoli interazioni della Vita, ci pervadono e ci condizionano. Sarei, quindi, ipocrita se asserissi … “niente mi ha influenzato”. Io credo sia stata una naturale inclinazione verso l’Amore per gli animali e la Natura a condurmi dove sono ma non senza l’appoggio e l’aiuto della mia famiglia, dei miei cani e della ia instancabile voglia di conoscenza e cultura. Queste ultime mi hanno condotto ad incontri importanti con molti maestri/professionisti del settore. Ho potuto, imparare, conoscere, ascoltare, osservare e comprendere i loro stili, le loro filosofie e, quindi, “rubare” loro idee e volontà. Non solo fotografi naturalisti ma anche importanti personaggi leader nei loro stili. Da questo ho potuto comprendere e capire, sempre con assoluta ammirazione, cosa volevo fare e cosa no, cosa mi interessava fotografare e cosa no. Il fascino che ho subito in alcuni scatti è stato fatale. Un altro mio famoso claim afferma – “Se guardando una fotografia altrui vien da pensare “quanto vorrei averla fatta io” allora il suo cammino è terminato e, al contempo, il tuo è appena iniziato.

Possiamo conoscere il tuo equipaggiamento fotografico?

Hippopotamus // Animals In Black
Tanta, tanta “roba” ma alla fine è un po come fare le valigie per le vacanze. Ti porti dietro armadi interi anche se poi ne usi un decimo 🙂 in ogni caso non si può scampare dal portarsi dietro obiettivi particolari. Se fai fotografia naturalistica come me … beh almeno un 70-300 Nikkor e se puoi il glorioso 150-600 Sigma. Uso una Nikon D810 e “Il Ferro” di cui sopra (D90), un micro come il 105 Nikon (casomai trovassi qualche insetto), un treppiede, un mono piede e altri obiettivi. Dimenticavo, batterie cariche e schede di memoria libere (non ridete, non è così scontato 😉 … ) Ci tengo però a suggerirvi alcune cose. Ho stilato personalmente dieci punti da osservare prima di affrontare una fotografia come la mia. Ricordatevi sempre che portarsi dietro l’obiettivo corretto è fondamentale ma lo è anche il munirsi di amore, pazienza e rispetto.
Ecco il mio decalogo: 1 – visita e studia la posizione prima dell’uscita; 2 – preparare con cura l’attrezzatura; 3 – preparare e scegliere un abbigliamento adeguato; 4 – portare acqua, cibo e un mini kit medico; 5 – portare un plaid; 6 – armato di molta pazienza; 8 – ama quello che fai; 9 – rispetta l’ambiente e gli animali; 10 – spegni lo smartphone.

Per finire, hai consigli da dare a chi sta iniziando ora ad usare la macchina fotografica?

Panthera Leo // Animals In Black
Credo che la risposta si intrinseca in quelle precedenti. Tuttavia voglio ribadire con forza che ci vogliono carattere, forza d’animo, passione e Amore in quello che si fa … sempre! Inoltre pazienza e la perseveranza sono gli aspetti più importanti e, in questo tipo di fotografia, non da meno il rispetto e l’Amore della Natura. Studiate, imparate, spendete lacrime e anche danaro se necessario. Non accontentatevi mai, soprattutto di uno scatto che a voi sembra meraviglioso: la perseveranza è pratica propedeutica al miglioramento personale, sempre. Eh … ragazzi, per concludere non dimenticatevi mai che nella vita gli ostacoli ci saranno sempre, sta solo a voi affrontarli e superarli.

Biografia

Gian Luca Partengo è un Artista Fotografo torinese pluripremiato. Nasce nel 1972 a Torino e inizia a lavorare nel 1995 come designer di giardini. Successivamente si specializza in marketing creativo, studia all’università Informatica di Torino e allo IED. Ha lavorato per importanti Agenzie e Aziende del Nord-Italia e da sempre si è occupato di creatività, marketing e design.
Giunge alla fotografia nell 2010 e da allora, dopo aver sviluppato un proprio marchio distintivo creativo e professionale, ha creato un genere artistico che fa capo alla sue collezione pluripremiata “Animali In Black” dove ha investito tutta la propria esperienza e il proprio amore verso gli animali e la Natura.
Un artista tutto tondo, un creativo d’eccellenza e un fotografo atipico e non convenzionale la cui passione per la fotografia e per la natura convivono e diventano uno stile di vita, facendo leva su di una simbiosi perfetta tra fotografo e soggetto ritratto. Quello che colpisce del suo stile fotografico è tutto ciò che sta dietro a ricerca, preparazione e tecnica, ma soprattutto colpiscono il messaggio e l’anima di ogni ritratto.
Impegnativo e meticoloso è il suo lavoro che svolge prima di arrivare allo scatto: ricerca del soggetto, del luogo, del momento propizio. Ci mette la tecnica, certo, ma con una marcata personalizzazione e tanta creatività. Anche il lavoro post-produzione è fondamentale, tra virtuosismi e tecnica. Il tutto per arrivare al messaggio, cercando di estrapolare l’anima e l’essenza dei soggetti ritratti enfatizzandoli e sottolineando la loro bellezza. Chi osserva deve essere sopraffatto da brividi e sensazioni, con il fine ultimo di capire, comprendere, amare e rispettare ogni singolo essere vivente.
Ha vinto ed ha avuto molteplici riconoscimenti e premi, tra cui PX3 Paris, IPA International, ViewBug, sempre in ambito della fotografia naturalistica che è diventata ragione di vita personale e professionale.
Attualmente sta lavorando alla realizzazione di un libro foto-scientifico in collaborazioni con accademici torinesi. L’opera sarà incentrata sulla delicata questione della salvaguardia delle specie animali.
Il suo claim è:
“Un giorno senza Fotografia è un giorno senza Emozioni!”
ma anche:
“Una fotografia senza post-produzione, anche se bella nella sua essenza, è come un film presentato senza audio, montaggio e arrangiamento.”

Riferimenti

Gian Luca Partengo Photography Award-winning Artist Photographer Website:
Social: