Qualche tempo fa ho redatto un piccolo articolo (questo è il link Gocce artificiali ) su come realizzo le fotografie con i drops reflect (i riflessi dentro le gocce). Nell’articolo ho riepilogato celermente alcuni passaggi su come “creo e dispongo le gocce che poi fotografo” ma non ho specificato nulla sulla preparazione del set e dello scatto. Nel frattempo numerosi utenti hanno dimostrato molto interesse per le mie Drops & Flowers (Gocce e Fiori) chiedendo sempre più spesso chiarimenti di tipo tecnico per replicare le foto autonomamente. Dato che non ho nulla da celare e mi piace condividere quello che conosco, ho deciso d’implementare quanto già pubblicato sperando che quest’aggiunta possa essere utile a chi desidera cimentarsi in questo genere di fotografia.
In primis rispondo alla domanda che mi fate più spesso: Devo frequentare un Workshop per diventare bravo in questo genere fotografico? Come ripeto sempre a chi me lo chiede; NO non ti serve partecipare a un workshop per assimilare questa tecnica, ti basta solo una buona infarinatura di base in fotografia (Tempi, diaframmi, profondità di campo, ecc.) Una volta compreso il procedimento che ruota attorno al “metodo di ripresa della goccia” non ti resta altro che sperimentare per divertirti e migliorare scatto dopo scatto. (parola di autodidatta)
L’ottica per i drops reflect > teleobiettivo o macro obiettivo?
È già successo in varie occasioni che chi vuole sperimentare questa tecnica ed è a digiuno di “macrofotografia” mi domandi se con il proprio teleobiettivo (per esempio 70/200 – 70/300 – 18/250 ecc) può realizzare una buona macrofotografia con le gocce. Come sempre la mia risposta è “NI”, cioè, l’uso di un teleobiettivo aiuta ad avvicinare di molto un soggetto ma in determinate circostanze come nelle Drops questo non è sempre sufficiente. Per ottenere un “discreto” risultato usando un normale teleobiettivo dobbiamo munirci di altri accessori come per esempio: tubi di prolunga, soffietto, lenti aggiuntive, ecc. Quindi più che investire in accessori che comunque non portano a risultati soddisfacenti, consiglio di munirsi per la macrofotografia di un’ottica progettata appositamente per ingrandimenti 1:1. (Piccola parentesi; i teleobiettivi normali non siglati come Macro solitamente mettono a fuoco da oltre 1 metro di distanza (cosa che in macrofotografia non è proprio il massimo se ci troviamo in spazi ristretti), il loro peso poi nella fattispecie di ottiche di alta qualità varia da un chilogrammo a svariati chili e non sono molto pratici per il trasporto e il posizionamento sul set). Se paragoniamo al teleobiettivo un’ottica macro di qualità tipo un 105mm o un 150mm, il peso rispetto ad un teleobiettivo è molto contenuto e la minima distanza di messa a fuoco ci permette di utilizzarli in ambienti piccoli senza il minimo problema. Chiarito che per questa disciplina è consigliato munirsi di un’ottica giusta, approfondiamo il discorso su come realizzare le nostre goccioline restando serenamente a casa nostra.
Creiamo il nostro set e iniziamo a prendere confidenza con le Drops.
Creiamoci ora un nostro set sul quale esercitarci testando: inquadrature, punti di messa a fuoco, apertura diaframma, combinazioni di luci/ombre e disposizione dei soggetti. Per fare ciò consiglio di utilizzare un classico soggetto in questo genere fotografico, cioè la goccia e il fiore. Per iniziare procuratevi due fiori (possibilmente con petali separati tipo margherita) i fiori devono misurare almeno 2 o 3 cm di diametro. Uno farà da supporto alle nostre gocce (magari usate il più piccolo), l’altro sarà lo sfondo e allo stesso tempo il soggetto dentro la nostra goccia. *Attenzione i fiori devono essere allineati longitudinalmente tra loro e la fotocamera, il fiore che fa da sfondo/riflesso nella goccia deve essere inizialmente centrato all’altezza della stessa. Per sostenere i fiori mi raccomando di utilizzare sostegni resistenti, che non permettano movimenti o vibrazioni di nessun genere. Usate se ne possedete dei plamp (sono dei bracci mobili con pinze) o delle mollette da biancheria. Spesso mi domandate qual è la distanza da tenere tra le gocce e il fiore nello sfondo? Beh non c’è una regola fissa, poiché La distanza tra il fiore (A) la base e il fiore (B) lo sfondo, dipende molto dalla loro dimensione. Mi spiego meglio, se per esempio utilizziamo un fiore molto piccolo (tipo una violetta) per vedersi bene dentro la nostra goccia la dovremo collocare a non più di 3 o 5 cm dalla goccia stessa, mentre fiori più grandi tipo una margherita gigante, una rosa, un crisantemo, per essere riconoscibili nella goccia devono essere posti da 6/7 cm in poi (ovviamente il tutto va appurato nel momento in cui guardate direttamente dentro la vostra fotocamera, solo in quell’occasione capite se la distanza soddisfa o no le vostre esigenze). Oltre ai fiori e ai supporti da usare per gli stessi, il nostro set deve comporsi anche di piccoli pannelli bianchi riflettenti (che possono essere fatti di carta normale, forex o pvc ) e non ci dimentichiamo in fine l’illuminazione, che a scelta del fotografo può essere composta da luce continua, torce flash oppure in esterna mediante il sole.
Illuminiamo il nostro set
Una volta sistemati i fiori e su di essi le goccioline che vogliamo fotografare, passiamo alla cosa più “articolata” del nostro progetto cioè l’illuminazione da utilizzare. Quando si realizzano fotografie con i drops reflect è fondamentale illuminare correttamente la scena (sia che ci troviamo all’aperto sia in studio). *Attenzione una scarsa o eccessiva illuminazione comporta una diminuzione notevole della nitidezza che in macrofotografia non è cosa tanto apprezzata. Dobbiamo stare attenti a dosare la luce sulle nostre goccioline, poiché una luminosità troppo forte non solo genera fastidiosi riflessi dentro le gocce, ma può provocare zone molto scure con conseguente perdita di tempo per sistemarle in post produzione. Per illuminare la nostra scena possiamo utilizzare per comodità uno o più flash oppure una o più lampade a luce continua quando siamo in studio. Mentre se ci troviamo in esterna, la luce solare da sola è sufficiente solo in certe inquadrature, mentre per altre va aiutata con un piccolo colpo di flash per schiarire le ombre nelle zone non irradiate dalla luce naturale. Per ora restiamo nella situazione che siamo in studio e stiamo lavorando al nostro set di prove, teniamo presente che il risultato sarà abbastanza simile sia utilizziate il flash sia la luce continua. Tra le due fonti luminose preciso che il flash può essere gestito più agevolmente rispetto a lampade a luce continua. *Attenzione, mai impiegare le fonti luminose direttamente sulle “gocce” poiché si creeranno fastidiosi riflessi proprio dove la luce si specchia nella goccia. La giusta prospettiva per disporre le luci la troviamo muovendo lateralmente la nostra fonte luminosa per poi allontanarla o avvicinarla quanto basta così da essere certi di non vederla all’interno della goccia. La seconda illuminazione va indirizzata sullo sfondo (sul secondo fiore) questo perché’ uno sfondo ben illuminato risalta maggiormente nel riflesso della gocciolina. E’ anche vero che non tutti hanno luci, torce o flash a disposizione, ma possono contare solo sul piccolo Flash popup posto sopra la loro fotocamera. Prima cosa da fare per chi usa solo un punto fisso come il flash popup e di mascherarlo con una carta traslucida in modo che il lampo sia disperso omogeneamente e non sia mai forte e monodirezionale sulla goccia. Poi vanno disposti ai lati del soggetto dei cartoncini bianchi inclinati per raccogliere la luce che si disperde lateralmente, reindirizzandola su i lati del soggetto. Cosi facendo illuminano anche le parti meno esposte alla luce diretta. Lavorare con un solo illuminatore fisso è più semplice poiché ti focalizzi solo su quello, ma non sempre i risultati sono soddisfacenti come quelli che si ottengono con l’utilizzo di più fonti d’illuminazione che puoi spostare a tuo piacimento in ogni zona del set.
Parallelismo e messa a fuoco > la fotocamera.
Prima ho riportato come: goccia, fiori e fotocamera devono essere allineati longitudinalmente e parallelamente, ora ne capiamo meglio il perché’ e come ciò influisce sulla nostra messa a fuoco. Per riuscire al meglio in questo genere fotografico dobbiamo essere certi di conoscere le basi della macro fotografia, quindi ricordo a tutti che: Stiamo fotografando oggetti piccolissimi e dobbiamo tenere presente che la nostra profondità di campo è centinaia di volte più ristretta di quando fotografiamo abitualmente il paesaggio, il ritratto, ecc. Comporre in modo “strutturato” il nostro set “macchina fotografica + soggetto” mantenendo costante il parallelismo tra i due, ci aiuta a preservare una corretta profondità di campo su tutto il nostro soggetto o meglio sul piano di messa a fuoco verso il nostro soggetto. Perché’ parliamo di parallelismo, di profondità di campo e piano di messa a fuoco? Semplice, se inquadriamo un soggetto con la nostra macchina fotografica non parallela allo stesso, succede che il nostro “piano di messa a fuoco” attraversa il soggetto in un solo punto (che sarà quello effettivamente a fuoco) mentre tutta la parte prima e dopo o a destra e sinistra che dir si voglia sarà sfocata. La prova più semplice che vi consiglio di fare mentre realizzate il vostro tutorial sta nello stendere un filo interdentale tra due pinzette, posizionatelo poi davanti alla vostra fotocamera cercando il parallelismo tra soggetto e fotocamera e prima dello scatto aprite il diaframma a circa f3.5 ( o al minimo che potete) cosi da ottenere una ridottissima profondità di campo. Se il vostro parallelismo è giusto vedrete tutto il filo da destra a sinistra perfettamente a fuoco e tutto il resto dello sfondo sfocato, se avete sbagliato il parallelismo vedrete il vostro filo a fuoco solo nella parte destra o solo nella sinistra o addirittura in un solo punto in mezzo ad esso. Questo vi fa capire quanto sia importante inquadrare nel modo giusto.
La foto vera e propria > Facciamo il nostro scatto.
Solo quando vi sembrerà tutto ben illuminato, stabile e nella giusta posizione sarà arrivato il momento di fare la vostra fotografia. Consiglio inizialmente di utilizzare tempi rapidi per evitare il mosso e di abbinare a essi un diaframma non inferiore a F13 cosi da poter avere da subito a fuoco sia il soggetto dentro la gocci che la corona della goccia stessa. (passate a f22 se avete ottiche che lo permettono). *Attenzione l’utilizzo del diaframma è solo consigliato al fine di fare prove. Poiché, in questo genere di fotografia il diaframma da usare sarà quello più aperto che riuscite a gestire perché è quello che poi darà i migliori risultati di sfocato nello sfondo e nelle parti inutili del fiore che sostiene la goccia. Per iniziare usate una sola goccia e concentratevi su di essa, per fotografarla proseguite cosi; Rigorosamente in manuale ruotate la ghiera di messa fuoco fino a quando percepirete nitidamente nell’oculare della fotocamera “o nel livewiev” il riflesso del soggetto posto sullo sfondo proprio dentro la goccia. A questo punto non toccate più nulla e fate una foto di prova possibilmente utilizzando lo scatto remoto per non generare vibrazioni causate della pressione del tasto di scatto. Se vi soddisfa la foto salvatela e passate ad altro come per esempio l’aggiunta di altre gocce al vostro set. Se non siete contenti del primo risultato, vi consiglio di aggiustate subito il tiro per migliorare fin da subito la vostra tecnica. Come aggiustare il tiro vi starete chiedendo? Semplice, se l’immagine riflessa non è nitida, dovete riprovare a mettere a fuoco come prima cosa e poi provare a chiudere maggiormente il diaframma passando da f13 a f16 a f18 ecc. Attenzione che la vibrazione interferisce con la nitidezza, se non utilizzate lo scatto remoto fate attenzione nel pigiare il pulsante di scatto, e se non siete in grado di farlo “dolcemente” allora usate il trucchetto dello scatto a tempo, Vi basta impostate il timer in modo che dopo la pressione del pulsate di scatto la fotocamera abbia il tempo di stabilizzarsi prima di scattare automaticamente la foto.
The Drops > Rugiada, Acqua di rubinetto, Fisiologica e la Distillata.
Termino questa prolissa illustrazione menzionando quanto già scritto tempo fa nell’articolo “Le gocce artificiali”. Allora, se siete fotografi con la “F” maiuscola sono certo che non vi serviranno i seguenti consigli, poiché vi alzerete la mattina alle ore 5 per recarvi nei parchi o neri giardini a fotografare i Drops reflect naturali, creati dalla rugiada depositatasi durante la notte. Di questa vostra scelta ne sono felice e spero che più appassionati si adeguino sacrificandosi per questo genere fotografico. Però, se come me iniziate a invecchiare (a quaranta anni qualche acciacco comincia a farsi sentire) e non tutti i week end desiderate lasciare il vostro letto prima delle ore 8.30, vi spiego come crearvi da soli le vostre gocce per il Drops reflect senza scomodarvi la mattina presto. Sia che lavoriate in studio sia in esterni “se non ci sono gocce naturali da fotografare” io personalmente vado a utilizzare la Soluzione fisiologica o l’acqua distillata. *Attenzione Non uso acqua di rubinetto poiché’ ho notato che nell’acqua del mio comune la quantità di cloro, calcare e altro la rendono opaca e quindi poco nitida nella realizzazione dei riflessi. Per creare le gocce di solito utilizzo: uno spruzzino regolabile nella nebulizzazione, oppure una siringa ad ago piccolo tipo quelle da insulina. Lo spruzzino, è utile per aumentare rapidamente la quantità di gocce su superfici come: Ragnatele, fili d’erba, ramoscelli o sulla buccia della frutta, su vetri ecc. Mentre la siringa vi servirà per essere chirurgici quando vi occorrono una o più gocce su di un pistillo, su di un petalo, su di una cavalletta mentre dorme, su di un seme di tarassaco ecc.
Tenete bene presente che “una goccia bella tonda genera un riflesso preciso” e solitamente le gocce belle tonde sono molto piccole. Sono cosi rotonde grazie alla forte tensione superficiale che tiene in se’ l’acqua al loro interno. Al contrario una goccia allungata o troppo grande o troppo schiacciata genera dentro di se un riflesso bislacco, poco nitido e poco definito. Vi sconsiglio quindi di ingigantire le gocce mescolando con l’acqua filler come: vasellina, colla di pesce, oli, ecc. Ogni aggiunta fa perdere nitidezza e rotondità. Ricordatevi che in macrofotografia è bello fotografare le cose “piccole” per mostrarle poi grandi “fotograficamente”, quindi che gusto c’è a fotografare qualcosa già di grande per conto suo? Fate pure le vostre gocce piccole e carine. 😉